Tutti questi scenari così cupi per l'uscita dall'euro... come se gli scenari alternativi siano più belli o rosei: rimanere nell'euro e continuare con questi assurdi PIANI DI SALVATAGGIO (BANCARI) che hanno portato il Paese nel baratro economico-finanziario.
E mai nessuno - giornalista, accademico, ricercatore...anche uno di passaggio, niente! - che provi a fare anche un semplice esercizio di ricerca un pò meno ortodossa, e pensare ad un uscita dall'euro CON una contestuale uscita dal sistema del debito. Tutto deve rimanere nel campo da gioco del sistema bancario del debito, delle REGOLE DA RISPETTARE... sembra il linguaggio dei giocatori d'azzardo. Ma d'altronde il modus operandi è lo stesso, con la differenza che l'AZZARDO/GUADAGNO/SIGNORAGGIO dei pochi giocatori lo paga tutto chi NON GIOCA, e le regole sono scritte dai primi e subite dai secondi.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì. I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo. Ennio Flaiano
C'è una cosa che fatico a capire, circa gli argomenti dei realisti - più realisti del re - e dei convinti assertori del catastrofismo post-euro: perché mai i Greci non dovrebbero desiderare di "sparigliare" e uscire, invece di rimanere e affrontare un'avventura (quella del risanamento) iniziata tanto male e con tante falsità, errori, ipocrisie... Il vortice sembra succhiare sempre più energie, lo stallo è totale, i negozi e le industrie chiudono a migliaia, ogni mese c'è l'allarme di possibili mancati pagamenti, gli statali tagliati etc L'alternativa, dipinta dai giornali più autorevoli come una catastrofe, offre ALMENO la possibilità di sistemarsi le cose a proprio modo, senza commissariamenti, senza diktat, senza bacchettate sulle mani (neanche se i greci avessero mosso guerra al vicino indifeso avrebbero avuto versata addosso tanta mer.a), senza ingerenze altre se non quelle del mercato delle materie prime da importare (e dai numeri, si tratterebbe di qualche punto percentuale di differenza tra import ed export, non una catastrofe ingestibile). Forse, invece, sarebbe anche la possibilità che capita una volta nella vita: quella di dar vita a un sistema monetario libero dal debito, a un accordo sociale basato sulla condivisione, a un sistema democratico diretto e a tante altre cose che forse vale la pena tentare se il sacrificio è autogestito e con prospettive di reale cambiamento sociale INVECE di un sacrificio gestito da altri PER ALMENO UN DECENNIO, con prospettive decise da altri e con i soliti, noiosissimi numeri da debito e assurdi linguaggi e deprecabili etiche da banchieri. Inflazione, banche chiuse, disoccupazione, svendita del patrimonio: MA CHI L'HA DETTO che deve essere così? Da chi è stato deciso ciò che succedere in un Paese sovrano che decide di non pagare i banchieri creditori/cravattari e di ripartire da zero? Una Dracma nuova, di proprietà dello Stato magari confederale, gestita senza debito, controllata su parametri condivisi e senza inflazione (rispolverando alcune idee di Gesell, Auriti, Marx, Keynes, Fisher, Douglas etc.), con cui si finanzia lo Stato e il sistema produttivo pubblico e privato; un piano di investimenti condiviso, che punti sulla cultura, sull'educazione, sulle energie rinnovabili, sulla ricerca, sul turismo responsabile, sul riassetto idrogeologico etc.; una nuova responsabilità dei cittadini, chiamati ad occuparsi della cosa pubblica e a scelte condivise tramite ampi strumenti di democrazia diretta etc., una realtà in cui il sistema bancario commerciale sia solo un intermediario finanziario, che presta solo ciò che ha in cassa, una realtà che dia ampio spazio di autonomia alle reti sociali locali, le quali gestiscono al loro interno monete locali complementari alla moneta statale libera da debito. Non potrebbe essere questo un possibile scenario alternativo? O c’è invece solo la catastrofe artificiale del debito?
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì. I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo. Ennio Flaiano
domenico.damico ha scritto:E mai nessuno - giornalista, accademico, ricercatore...anche uno di passaggio, niente! - che provi a fare anche un semplice esercizio di ricerca un pò meno ortodossa, e pensare ad un uscita dall'euro CON una contestuale uscita dal sistema del debito.
Atene mette in affitto 40 isole: cercasi investitori
Cercasi investitori interessati ad affittare un'isola o un'isoletta della Grecia. Sono una quarantina, le isole identificate dal Fondo ellenico per la privatizzazione dei beni pubblici, dopo averne attentamente selezionato 562: territori disabitati, che fanno parte dell'immenso patrimonio insulare greco, formato da circa 6mila
Da poco ho testato sul posto la situazione di una isola greca: lì non sono così dentro la crisi che colpisce invece la Grecia continentale; sono posti dove il turismo ha portato talmente tante risorse da far abbandonare (purtroppo) terre un tempo molto fertili. In ogni caso: proprio le isole, forse ultima difesa dell'economia greca... le dai in usufrutto? Mah...
Tra l'altro su questa isola TUTTE le case, gli alberghi etc. hanno il loro pannello termico solare sul tetto. In più, essendo l'isola molto ventosa, in punti strategici hanno posizionato 20 grandi pale eoliche che (insieme ai pannelli solari) credo rendano quasi autonoma - a livello energetico - quella realtà specifica. L'esempio pratico di come la dipendenza energetica dall'estero possa essere drasticamente ridotta attraverso le energie rinnovabili in Paesi soleggiati e ventosi come la Grecia, e quindi di come la bilancia dei pagamenti dei Paesi privi di idrocarburi nel sottosuolo possa girare verso il positivo in assenza degli oneri energetici derivanti dal consumo di petrolio e affini risparmiati.
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì. I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo. Ennio Flaiano