In questo thread si discute sui processi che conferiscono valore alla moneta.
Di seguito fornisco alcune proposizioni in merito.
1) La moneta è valore della misura poiché per definizione essa è uno strumento di misura che incorpora la caratteristica dimensionale misurata, il valore di un bene o di un servizio, così come il metro misura la lunghezza di un oggetto e incorpora la caratteristica dimensionale definita come “lunghezza”.
2) La moneta riceve valore per induzione di valore da parte della comunità degli individui viventi per il solo fatto che questi accettano per convenzione che abbia valore. Infatti in un'isola deserta oppure in un mondo di morti non si genera alcun valore e quindi nemmeno il valore monetario perché manca la comunità degli individui viventi che si mettono d'accordo sulla convenzione monetaria.
La convenzione monetaria si esplica a prescindere dal fatto che venga imposta dalla legge (corso forzoso) o semplicemente sancita dalla transazione economica spontanea tra individui: l'imposizione di un privato o di un'istituzione e l'accordo per decisione collegiale più o meno allargata sono soltanto modalità diverse con cui viene istituita la convenzione monetaria, ma la sostanza – il valore indotto monetario – rimane identica, dato che senza comunità di individui viventi non ci sarebbero comunque accettazioni e transazioni.
3) La moneta non riceve valore dal fatto che esiste una data quantità di beni e servizi già prodotti o ancora da produrre, perché il valore monetario come ogni valore è solo una dimensione del tempo, cioè nasce per immaginazione dell'individuo soggetto allo scorrere del tempo e portato a dividere il tempo in fasi che si susseguono. Infatti il valore monetario convenzionale si origina esclusivamente dalla previsione di acquisto di merci (beni e servizi) da parte degli individui nel luogo in cui le merci vengono offerte (mercato): nessun attore economico crea il valore della moneta automaticamente e in anticipo in base alla esatta conoscenza della quantità e della qualità dei beni e dei servizi già presenti sul mercato e viceversa nessun attore economico crea il valore dei beni e dei servizi automaticamente e in anticipo in base a precise informazioni sulla quantità di moneta spendibile in possesso dei portatori.
Il ragionamento che vuole far coincidere quantità/valore della moneta con quantità/valore dei beni e dei servizi può essere fatto solo da chi gestisce bestiame da allevamento avendo sotto controllo monopolistico sia la moneta che le merci ed esula totalmente dalla concezione di libero mercato delle transazioni economiche: libero mercato significa innanzitutto libera scelta di spendere da parte del portatore di moneta e libera scelta di vendere da parte del produttore/venditore di merci.
Inoltre, pure in un sistema economico-sociale in cui non esiste mercato non ha alcun senso parlare di valore della moneta in relazione al valore dei beni e dei servizi perché in questo caso i beni e i servizi vengono forniti soltanto a prezzi bloccati (non sono più merci): in questo caso l'unità di valore monetario della misura ha per forza potere d'acquisto costante, a prescindere dal valore nominale della massa monetaria esistente e dal valore nominale della massa di beni e servizi esistenti.
4) La moneta acquista valore solo per induzione di valore da parte degli individui viventi e perciò trae valore senza alcun bisogno di riserva.
Rappresenta riserva qualsiasi tipo di merce: beni deperibili come gli alimenti, beni a lunga durata come le abitazioni e le infrastrutture, beni pressoché indeperibili come i metalli nobili e servizi come le prestazioni lavorative.
L'unica riserva di valore della moneta, oltre che unica riserva di valore delle merci, è la somma degli individui viventi che danno luogo a scambi di moneta contro merce.
Chi afferma che la moneta debba avere a priori un corrispettivo in merci per avere valore 1. dimostra di non aver capito le dinamiche che regolano il mercato dei beni e dei servizi e/o 2. di professione fa l'allevatore di bestiame e/o 3. nega l'esistenza del valore come dimensione del tempo, quindi definisce il valore come dimensione della materia in una visione ottusa, tautologica e de-umanizzante quale la seguente: il valore è valore perché un bene o un servizio vale, mentre la persona vivente non ha alcun valore come induttrice di valore, ma solo come merce essa stessa da vendere alla pari di qualsiasi altra merce.
5) Il valore monetario nasce senza lavorare perché non si fa alcun lavoro quando si induce valore della misura – valore nominale – in un simbolo monetario.
Non essendoci alcuna produzione/vendita di merce “prestazione lavorativa” per la creazione del valore monetario dichiarato sulla moneta, di conseguenza il valore monetario nasce anche senza costo.
Gli unici costi da sostenere sono i costi di fabbricazione del supporto monetario.
Più precisamente, il valore dichiarato per o sul simbolo monetario non è mai il valore di mercato del materiale che costituisce il supporto monetario: la moneta è un contratto speciale, poiché ha per oggetto il contratto stesso al valore nominale anziché l'oggetto da contrattare al valore di mercato.
Questo vale in particolare per la moneta nominale, cioè per la moneta che dimostra il suo valore esclusivamente con una dichiarazione di valore su di un qualsivoglia simbolo monetario.
Ma anche la moneta-merce non esce da questo tipo di contratto: infatti quasi sempre la moneta-merce ha un valore superiore alla pura merce che la compone per il solo fatto che la merce stessa viene certificata e utilizzata come misuratrice universale di valore, diventando appunto moneta-merce; tale contratto è comunque rispettato anche nel caso in cui il valore dichiarato per la moneta-merce coincide col valore della merce che la costituisce.
6) Il valore monetario nasce senza lavorare perché deve esserci per forza il valore monetario duplicato dei beni e dei servizi misurati e misurabili per permettere sia la produzione di beni/servizi sia la commercializzazione di beni/servizi.
Chi lavora crea soltanto il servizio “prestazione lavorativa”, servizio che poi crea eventualmente l'oggetto “bene materiale o immateriale”: la moneta è quindi quello strumento che serve a misurare il valore di mercato sia della merce “prestazione lavorativa” sia della merce “ bene materiale o immateriale” e che per poter fare questa misurazione e poter essere controparte di scambio con le merci deve possedere valore a priori, quindi né deve assorbire valore dalle merci né deve ricavare valore dalle merci per fotocopia (la fotocopia è solo sulla misura del valore al momento dello scambio, ma non sul valore della misura). Nessuno infatti scambierebbe merci con moneta se non potesse prevedere di riutilizzare la moneta così ricavata per scambiarla a sua volta in futuro con altre merci: perciò il valore indotto monetario non solo viene creato esclusivamente dall'accordo tra individui senza lavorare, ma risulta pure una necessità intrinseca degli attori economici per poter dar luogo allo stesso scambio merce/moneta o moneta/merce.
Inoltre, anche il valore delle merci viene creato per induzione da parte degli individui in quanto viventi e senza lavorare.
7) Il valore monetario storicamente nasce senza lavorare perché la moneta è una funzione sovrana della comunità, in genere rappresentata dallo Stato.
Ogni funzione sovrana nasce di per sé senza alcuna prestazione lavorativa, solo per il fatto che esiste la consapevolezza degli individui di essere una comunità, sia di fatto che sancita da una dichiarazione apposita.
8) Il valore monetario dovrebbe nascere senza lavorare perché dovrebbe essere un servizio di base di proprietà e di fruizione gratuita della collettività come potrebbero essere la luce solare, l'acqua e l'aria (potrebbero, perché in realtà oggi neppure queste lo sono).
9) Il valore monetario nasce senza lavorare perché ai tempi della moneta-merce in metallo nobile mai nessuno si è indebitato con una miniera e ha dovuto lavorare per restituire la pepita alla miniera: l'appropriazione dell'intero valore della pepita avveniva gratuitamente.
Si lavorava solo per trovare la pepita, così come oggi si dovrebbe lavorare solo per creare il supporto monetario cartaceo o elettronico che è di costo quasi nullo e senza vincoli di rarità naturale.
10) Il valore indotto in un simbolo monetario, generato senza lavorare e senza riserva, è stato dimostrato materialmente e storicamente dall'abolizione totale mondiale della riserva monetaria in oro il 15 agosto del 1971 e confermato scientificamente dall'esperimento del SIMEC eseguito dal Prof. Giacinto Auriti nel 2000.