da millemondi » 06/11/2012, 0:43
(continuazione) (Corrado) Perché non faccio altro che parlare con le persone del nostro ideale, cercando di convincerle ad aprire gli occhi sull'importanza delle nostre questioni. Le torturo con i miei discorsi! Se non venivo era come ammettere a loro e per primo a me stesso che non ci credo neanch'io. Io voglio essere un uomo libero, ma questo mondo è per gli schiavi. L'unica cosa che so è che non ce la faccio più a vivere in un mondo così. (Mario) Così come? (Corrado) Così com'è da sempre, ove non siamo liberi di fare quello che veramente abbiamo voglia di fare. Io voglio un mondo libero! Un mondo libero! Questo voglio! (Davide) Quindi per te un mondo libero vuol dire un mondo ove ognuno fa quel che vuole? (Corrado) Sì! Aspetta, proprio tutto no... oppure sì! Perché no? (Mario) Guarda che tutto vuol dire... tutto... Mi sembra una nozione nichilista di Libertà... (Davide) Non addentriamoci in discorsi filosofici sulla Libertà, altrimenti non la finiamo più. Come possiamo del resto saper cosa significa la Libertà? Torniamo indietro nei nostri discorsi. (Corrado) Cameriera! (Davide) Che cosa ci sta succedendo? Cosa? (Mario) Ma cosa intendi con “cosa ci sta succedendo”? (Davide) Ancora! Ti pare poco essere consapevoli di agire come sfigati e continuare tale e quale, come se fossimo stati unti da dio in persona? (cameriera) Posso levare i piatti? Le pizze erano buone? (Mario) Io sono molto soddisfatto. (Davide) Anch'io. Anche il posto è bello. (Corrado) La pizza era buona. Complimenti al pizzaiolo. Ci porteresti la lista dei dessert? (cameriera) Certo! (Davide) Il dessert lo offro io. (Corrado) Lo so. Quindi siamo sfigati e lo sappiamo pure? Bravo! Sono belle parole che ci fanno stare meglio! (Davide) Perché, non è vero? Dobbiamo invece continuare a raccontarci balle? (Mario) Balle no, però dire sfigati è troppo! Se le prossime parole che pronuncerai sono simili a questa allora inizio ad incamminarmi verso la stazione. (cameriera) Eccovi la lista. Mi permetto di suggerirvi le nostre belle coppe di gelato, con frutta di stagione. (Corrado) Bingo. Era proprio destino che gelato fosse! (Davide) Ah ah ah! Veramente! Dunque, vediamo... (Mario) Per me sorbetto di ananas e rum. Lo potete fare anche se non c'è nella lista? (cameriera) Sì, non c'è nessun problema. E voi? (Corrado) La passione di fragole con l'amaretto. (Davide) Ehm... va bene la macedonia con una pallina di fior di latte. (cameriera) Ok! (Mario) Davide, modera i toni, per piacere e cerca di sbrigarti con quei discorsi. (Davide) Che ora è? (Mario) Sono quasi le venti alle undici. (Davide) Io non ho nessun tono da moderare. Voglio solo che noi siamo realisti a discutere la nostra situazione. Tutto qui. Ammetti che ci comportiamo come sfigati! (Corrado) Io l'ammetto! Anzi, ti dico di più, sono anche uno sfigato in ogni cosa della mia vita! Sei contento ora? (Davide) Perché dovrei essere contento? Secondo te ci godo in saperlo? (Corrado) Suvvia! Tanto lo sapevi già! (Mario) Ecco, mi sa che stasera facciamo il botto... (Corrado) Oggi sono venuto anche per scappare un attimo di casa. Non ce la faccio più! (cameriera) Scusatemi se v'interrompo, vi ho portato i dessert. (Davide) Fa niente. Che bei dessert! (cameriera) E sì! Non avete scampo, dovete ritornare qui! (Corrado) Magari con una compagnia migliore. (cameriera) Gli amici sono sempre una buona compagnia. Scusate, mi chiamano. Fatte pure con comodo, tanto non chiudiamo mai presto e la notte è ancora una bambina. Permesso. (Davide) Ragazzi, io rimanerei sveglio tutta la notte a parlare con voi. (Mario) Perché? Hai qualcosa da confessarci? (Davide) Eh... co... cosa stai dicendo? Ma figurati! Che buono questo dessert... (Corrado) Sono uno sfigato. Punto. (Davide) Non esser felici non vuol dire essere sfigati. Però non essere felici ed andare a cercare ulteriori infelicità con il lanternino... beh, quello è già da sfigati o quantomeno da masochisti. (Mario) Questo sorbetto è una meraviglia! (Davide) Se siamo venuti oggi qui nonostante lo sapessimo che sarebbe stato l'ennesimo fallimento, allora o siamo diventati pazzi, o abbiamo la scimmia di questi andazzi, mettendo da parte la propria volontà, o facciamo per scappare della propria vita frustrante, oppure... (Corrado) Oppure...? (Davide) Oppure siamo fermamente convinti della validità di quel che vogliamo trasmettere però non sappiamo organizzarci. (Corrado) Sono d'accordo per l'ultima, anche se sospetto che anche le altre tre sono, in un certo senso, parte della realtà. (Mario) Eh già... (Davide) Ci siamo fatti sopraffare così tanto dai nostri problemi privati e del nostro fallimento come associazione che ormai siamo stanchi e basta. Non reggiamo più. Mario, non considerati uno sfigato. Tutti passano per brutti momenti. (Corrado) Ho chiesto il divorzio a mia moglie. Sai cosa mi ha risposto? (Davide) Non lo so. Cosa ha detto? (Corrado) Ha detto di no. (Mario) Sarà perché ti ama ancora, no? (Corrado) No. L'ho creduto anch'io per qualche secondo, finché ha aggiunto “altrimenti cosa pensano di noi?” e ancora “ tutti i nostri amici, parenti e conoscenti parleranno di noi!”. (Mario) Quindi ti vuole ancorato a lei per le apparenze? (Corrado) Sì. (Davide) Quindi che cosa farai? (Corrado) Rimango ancora a casa, come appunto uno sfigato. (Davide) Hai voglia di parlare di questo? Ti farebbe stare meglio? (Corrado) No, preferisco di no. Tanto questa è solo una parte del mio malessere. Quanto meno ne parlo meglio è. (Mario) Davide, cosa ci vuoi raccontare invece tu? (Davide) Eh? Di cosa parli? (Mario) Non lo so, però ho la sensazione che hai segreti da svelarci. (Davide) Ritorniamo ai nostri discorsi di prima... (Mario) Vedi? Cambi discorso? (Davide) Ma cosa vuoi da me? (Mario) Hai un'aria strana, mi sembri teso. (Davide) Semplicemente ultimamente sto dormendo poco. Tutto qui. Non ero io che avevo una brutta cera? L'avevi detto tu prima, giusto? (Mario) Sì, l'avevo detto io... (Davide) Tra un po' devo prendere il treno, che ora è? (Corrado) 'E ora che ti compri un orologio, ah ah! (Mario) Sono le ventitré e dieci. Davide) Tra quaranta minuti ho il treno, ed è rimasto tutto da parlare, come sempre. (Corrado) Cameriera! (Davide) Perché dobbiamo andare avanti così? Perché? Non riesco a farmi una ragione, ve lo giuro. Non ci riesco. Voglio capire cosa sta succedendo, lo voglio capire! C'è un urgente bisogno di cambiamento, di sterzare da un'altra parte, liberarci dei nostri pesi che ci attanagliano la mente! 'E bisogno agire! 'E bisogno... (cameriera) Prego, ditemi. Volete il caffè, il digestivo...? (Corrado) Anche voi volete il caffè? (Mario) Per me sì, grazie. (Davide) Anche per me, grazie. (Corrado) Portaci anche tre grappe. La grappa di queste zone è rinomata, quindi assaggiamola. Ve la offro io. (Davide) Ma sì, dai! (Mario) In realtà non dovrei... (Corrado) Per favore, portaci quindi tre caffè e tre grappe. Grazie. (Mario) Ma...! (Davide) Però si fa davvero tardi, ci metto dieci minuti ad arrivare alla stazione. (Mario) Ma di quagli sterzi parlavi? Altroché sterzare, qui si barcolla. (Corrado) Ma cosa diavolo dobbiamo fare ancora? Mi rendo conto che in parte la colpa è anche nostra, di quello che abbiamo fatto, però come si può rimediare senza rimetterci la reputazione? (cameriera) Ecco a voi! (Mario) Grazie... (cameriera) Permesso... (Davide) Io non prendo il treno stasera. (Corrado) Ma guarda che ce la fai ancora a prenderlo. Mancano quasi venti minuti. Hai fiato per correre? (Davide) Certo che ho fiato. Se vuoi corro anche con la sigaretta in bocca. (Corrado) Un durone... bah! Sbrighiamoci. (Mario) Sì, sbrighiamoci. Io vado via insieme a te. (Davide) Non avete capito bene. Io non prendo il treno stasera perché non lo voglio prendere. (Corrado) Ah! Quindi...? (Davide) Dopo vedrò gli altri orari disponibili. Abbiamo quindi ancora tempo per parlare. (Mario) Oltre la brutta cera hai anche una bella faccia tosta! Per oggi basta con questi discorsi! Cin-cin! (Corrado e Davide) Cin-cin. (Mario) Ragazzi, andiamo a pagare. Ancora un attimino e devo andare via. (Davide) E già, tu devi essere alla stazione alla mezzanotte. Come mai con trentacinque minuti di anticipo? (Mario) E come mai ti devo raccontare i fatti miei? (Corrado) Roba privata segretissima? (Mario) Sì, e allora? Davide, tu rimani con Corrado, giusto? (Davide) Tranquillo, non ci sarò nella stazione con te. Tu non vuoi che io stia con te in stazione alla mezzanotte. Interessante. Chi mai conosci tu da queste parti? Chi devi trovare? (Mario) Sono affari miei, l'ho già detto. Cameriera! (Davide) E tu, Corrado, cosa intendevi col rimetterci la reputazione? (cameriera) Sì? (Mario) Quel discorso lo continuate voi. Facci il conto e metti da parte le birre, i dessert e le grappe. Le birre offro io, Corrado le grappe e Davide i dessert. Pago alla cassa, devo correre. Alla prossima, ragazzi. Tanto ci sentiamo. (Davide) A presto, Mario. (Corrado) Ci sentiamo. Ciao! (Mario) Ciao, scappo! (Davide) Tra un po' devo comunque andare a vedere gli orari. Tu parti alle due? (Corrado) Sì, quindi ho ancora tempo. (Davide) Stiamo ancora qui un po' e verso l'una meno un quarto ci avviamo verso la stazione. (Corrado) Per me va bene. Ma sai che mi sento un po' ubriaco? (Davide) Ti senti bene? (Corrado) Sto benissimo! (Davide) A dire il vero anch'io sono un po' brillo. (Corrado) Hai qualcosa da nascondere? (Davide) Ancora con queste storie? No, non ho niente da nascondere, o quantomeno che importi a te o agli altri. (Corrado) Volevo solo fare una battuta! (Davide) Ma quale battuta? (Corrado) Tu mi rispondevi “No” e io ti rispondevo “ Allora possiamo bere un altro bicchierino di grappa”. (Davide) Insomma, vogliamo davvero fare il botto stasera. (Corrado) Allora hai davvero qualcosa da nascondere e hai quindi paura di rilassarti troppo e parlare. (Davide) Ma cosa dici? (Corrado) Dico che forse è vero che tu nascondi qualcosa. (continua)
Ana Silvestre Tutti sono bambini, tutti desiderano obbedire e pensare meno che si può: bambini sono gli uomini. Hermann Hesse