Il bitcoin, un altro sintomo della perdita di fiducia verso le monete cartaceeDi Philippe Herlin -
Ricercatore finanziario / Collaboratore di Goldbroker.com È il nuovo fenomeno che va di moda, i media parlano sempre più dei bitcoin, moneta virtuale creata nel gennaio del 2009 ed il cui corso vola di record in record. Cosa dobbiamo pensare?
Ricordiamo velocemente il suo funzionamento: questa moneta virtuale circola in una rete peer to peer, senza server centrale, senza "autorità gerarchica", senza banca centrale. Per bandire la falsa moneta, ogni bitcoin viene tracciato, sin dalla sua creazione, attraverso la firma (elettronica) di ogni detentore che lo usa. Questo lavoro di verifica (costosto in calcoli informatici) è assicurato dai "minori" che vengono ricompensati in bitcoins e dalle piccolissime spese di transizione. Il sistema dunque è perfettamente autonomo, autoregolato.
Per molto tempo limitati ad un solo ambito informatico alternativo, i bitcoin escono dall'ombra nel corso del 2013. Il fallimento di Cipro in primavera ed il prelievo forzoso dai conti correnti bancari permette di scoprire a molti che le banche non offrono più una protezione assoluta dei risparmi. Con un conto bitcoin, questo non può succedere. Nello stesso periodo l'Argentina introduce un controllo dei cambi per impedire una fuga di capitali, scoprendo che i bitcoin n’a que faire des frontières. Questi due eventi sommati a numerosi articoli nella stampa anglosassone permettono al corso dei bitcoin, che orbitava pigramente sotto i 10€ durante il 2012, di passare a 100€ nell'ultima estate (dopo aver conosciuto una bolla che fece raggiungere i 200€ seguito da un crash in aprile). Assistiamo ora ad una nuova ondata da fine ottobre (circa 300€ il 13 novembre!) dopo che Baidu (primo motore di ricerca cinese) decide di accettare i bitcoin come mezzo di pagamento e che Ebay (proprietaria di Paypal) segnala un interesse. I bitcoin si istituzionalizzano.
C'è anche un altro elemento di base che spinge la moneta virtuale verso l'alto: la qualità dei bitcoins in circolo aumenta regolarmente ma non potrà mai superare un certo livello (21 milioni), previsto da un'algoritmo (che non interferisce con le transazioni siccome il bitcoin è divisibile fino all'ottavo decimale). Questa impedisce di conseguenza la "stampa di moneta", dunque l'inflazione. Si tratta di una "moneta di materia prima", potremmo parlare di "oro numerico".
L'oro però tutti lo conoscono a differenza dei bitcoins. L'aumento dell'utilizzo della moneta virtuale provoca alcune volte degli "ingorghi". Attualmente 12 milioni di bitcoins sono stati emessi ma si stima che circa l'80% non sono in circolazione perchè tesaurizzati. ). A 300 euro, la totalità di bitcoins esistente pesa 3,6 miliardi di euro (12 milioni moltiplicati per 300), un granello su scala mondiale. Degli scossoni sono dunque da mettere da conto! Oltre al fatto che rimane una moneta informatica dunque soggetta ad attacchi di hackers, sono stati numerosi i furti registrati...
I bitcoins sono usati come intermediari in pagamenti e trasferimenti (commissioni low cost, supera i confini senza controlli) ma come investimento occorre essere prudenti (per via della volatilità del corso e sulla sicurezza informatica).
I bitcoins essendo di creazione recente non hanno ancora suscitato l'interesse del "sistema finaziario" e dunque non risultano legati a strumenti derivati controllati da grandi banche d'affari con la complicità della Fed, in modo da poter manipolarme il corso come succede per l'oro. Quando si parlerà di "bitcoin cartacei" dovremmo diffidare. La forte progressione del suo corso si traduce in un numero elevato di utilizzatori in espansione, per una moneta non manipolata, ormai sempre più rara.
Fonte:
https://it.goldbroker.com/news/bitcoin- ... e-364.html
Un No deve salire dal profondo e spaventare quelli del Sì.
I quali si chiederanno cosa non viene apprezzato del loro ottimismo.
Ennio Flaiano