domenico.damico ha scritto:Ora il sistema italiota è a un punto di svolta, come lo è tutto il sistema internazionale.
Il vertice sta producendo il massimo sforzo per IMPLEMENTARE la sua versione futura, che a parte i complottismi e le congetture,
è una versione dalla faccia più dura perché necessariamente di passaggio verso i progetti a lungo termine che sono solo ipotesi di fondo, progetti grossolani, per ora.
Sulla strada tutto può accadere, anche che i progetti del vertice non vadano in porto o che prendano una strada diversada quella programmata.
Sbaglia chi pensa che tutto sia deciso, previsto, programmato. Sbaglia e si toglie la responsabilità di decidere, partecipare, capire: e lo fa a priori, per sostanziale ottusità, per non volontà di comprensione.
Qui subentra la qualità della democrazia di cui parlava Vito, qualità che sta a noi cittadini in qualche modo provare ad aggiustare, innalzare a un livello di decenza.
Che dire, sono assolutamente d'accordo col contenuto di questo post, tanto che tendo a considerarlo un po' la summa di tutto quello di cui si è discusso in questo thread.
Per come si sono messe o si metteranno le cose, tutto può accadere: la differenza tra un capolavoro ed una porcata colossale talvolta è racchiusa in pochi punti chiave, e confido nella nostra intelligenza nel non farceli sfuggire. Ed essere "svegli" e "reattivi", anche se sembra, non fa rima con "istintivi".
Secondo me in questo momento come non mai è importante ESSERCI, e non lasciarsi acriticamente sedurre ne' dal fatalismo disfattista "tanto non cambierà nulla comunque", ne' dall'allarmismo fine a stesso del "Grillo + Casaleggio come Hitler + Mussolini".
La critica all'articolo 67 messa in risalto da Vito, è proprio l'esempio lampante che al di là di qualsiasi intenzione è la qualità dell'attuazione di una norma che conta: anche l'insindacabilità, se mal attuata, non genera di certo fenomeni edificanti.
Perché non si enfatizza il fatto che il contratto è tra gli eletti ed gli elettori e, spogliando di ogni balorda immunità i primi, si danno gli strumenti ai secondi per a) concordare col parlamentare un eventuale cambio di programma b) revocare il mandato in caso di contratto non rispettato?
Sarebbe l'ottimizzazione di un processo "democratico", senza bisogno di scomodare la magistratura (=polizia) o la corte marziale (=l'esercito) o tanto peggio metterle a disposizione del WebDittatore di turno.
I prossimi parlamentari del M5S si proclamano dei semplici cittadini come noi: se si rifiutassero a priori di lavorare ad una cosa del genere, il bluff è presto svelato...