chrismaggio76 ha scritto:no.lo cita nel capitolo dedicato al "secolo spagnolo",per mostrare come da allora non e' cambiato niente.
Ma allora condivide quello che scrisse De Valencia, se lo cita come prova che nulla sia cambiato. E allora, nello specifico, per Ruffolo nulla è cambiato proprio nel senso che ha considerato De Valencia:
«
IL MALE E' VENUTO DALL'ABBONDANZA [...] CHE GLI ALTRI SEMINANO E PRODUCONO»
chrismaggio76 ha scritto:ho capito cosa vuoi dire,almeno credo,sulla contraddizione riguardo all'abbondanza...
Te lo dico, nessun mistero: in questa frase
«
IL MALE E' VENUTO DALL'ABBONDANZA DI ORO ARGENTO E MONETE, CHE E' SEMPRE STATO IL DISTRUTTORE DELLE CITTA' E DELLE REPUBBLICHE.»
la contraddizione e/o l'ossimoro non stanno nell'«abbondanza», ma nel fatto che PROPRIO l'abbondanza di oro argento e monete è stata invece... lo strumento principale con cui si sono potute costruire e ingrandire le città e le repubbliche!!!
«
CITTA'» e «
REPUBBLICHE» sono infatti gli esempi migliori per spiegare in maniera inequivocabile cosa sia un'economia/società complessa.
E per processi intrinseci un'economia/società complessa può svilupparsi soltanto introducendo lo strumento «moneta», sia in presenza di scambi moneta/merce (capitalismo privato), sia in presenza di scambi moneta/oggetto (capitalismo pubblico).
Il baratto non consente di uscire da una economia di sussistenza.
Ergo: quando vado in pensione dopo aver servito per decenni l'utilizzatore "banca" dalla cattedra, mi metto a demonizzare lo strumento "moneta" scrivendo libercoli e inventandomi ad arte formule sì palesemente sbagliate e contraddittorie, ma che fanno molta presa sull'opinione pubblica, opinione che dai tempi della scomparsa dei dinosauri non riesce a distinguere l'utilizzatore che usa dallo strumento che si fa usare.
Fanno quasi tutti così. Sono fatti con un noiosissimo stampino, i professoroni.
Alcuni sono pure giustificati, perché stanno col culo seduto nei consigli di amministrazione bancari e devono "batter cassa".
chrismaggio76 ha scritto:ma IL CAPITALE so da tempo che e' un passo importante nella mia conoscenza verso la materia economica che dovro' affrontare...
Non preoccuparti troppo, Il Capitale è sì da leggere, ma nello specifico era solo per trovarvi un passo notevole, ma pressoché sconosciuto (vedi punto esatto citato prima).
Senza contare che la stragrande maggioranza di chi si ritiene impegnato "politicamente" non ha NEMMENO MAI VISTO LA COPERTINA de Il Capitale e di nessun'altra opera di Karl Marx. Quindi se anche solo inizi a leggerlo sei una rarità.
chrismaggio76 ha scritto:tuttavia,riguardo a Ruffolo,posso darti ragione riguardo alla figura,cio' non toglie che leggendo quel libro,ho tratto piu' di qualche info utile x capire come siamo arrivati fino al "secolo americano" in cui siamo immersi.e condivido parecchi punti,
Su questo non sono in grado di deliberare, non avendo letto il libro e non sapendo da te eventuali passi espliciti.
chrismaggio76 ha scritto:tranne il fatto che non vedo come la "politica" possa cambiare,a nessun livello e in nessun modo,questo sistema.
I politici, intesi come rappresentanti pubblici della popolazione eletti a suffragio universale, NON possono, o perché non sanno nemmeno cosa sia «questo sistema» (non sanno nemmeno a cosa tu ti riferisca), oppure perché per ora sanno troppo poco e non si sentono sicuri (alcuni politici sono anche in buona fede), oppure perché devono "batter cassa" oltre allo stipendio di base.
Ricordo che TUTTI™ gli attuali dirigenti nazionali di partito politico sono o azionisti o amministratori o faccendieri di banche commerciali e centrali, e che le campagne elettorali vengono finanziate anche da banche o da società e fondazioni riconducibili a banche.
Anche in questo caso siamo in presenza di ossimoro/contraddizione/assurdità: chiedere alla politica bancaria-bancocentrica di riformare se stessa, come Giordano Bruno disse del potere ecclesiastico quattro secoli fa.
chrismaggio76 ha scritto:mi sforzero' di farlo nel mio piccolo,ma,soprattutto da quando vi ho conosciuto,penso che l'unica forza in grado di farlo sia data da una rottura totale dello schema,determinata pero' dalla conoscenza dei meccanismi:il che pero' significa purtroppo che non vedo scampo al vostro messaggio:informare affinche' vi sia un salto culturale,un'autodeterminazione della persona,che pero' stride terribilmente con quello che vedo coi miei occhi.con questo NON mi metto sopra nessuno,ci mancherebbe(anzi,ne ho da capire ancora di cose),ma se non ci si ribella nemmeno adesso a questa situazione,temo che o i frigoriferi siano ancora troppo pieni,o ci si e' talmente abituati ad inchinarsi che ormai va bene tutto... Luca Mercalli qualche mese fa venuto a Codroipo,a presentare il suo libro,(PREPARIAMOCI)ad un certo punto ha detto:"in fin dei conti,se qualcuno oggi ci chiude un paio di rubinetti,rispetto al passato,non siamo altro che trogloditi col telefonino".generalizzare sara' sempre sbagliato,questo e' pacifico,ma sono abbastanza d'accordo.
Non aggiungo altro.
Come vedi, i processi sono soltanto logico-consequenziali, non ci sono Grandi Dettati dispotici e senza senso da seguire.
E non siamo certo solo noi "sfigati" alla fine a dire "cose brutte" sui comportamenti di massa.
Le teorie rafforzantesi l'una con l'altra
- dell'allevamento di bestiame pubblico/pubblicistico/macroeconomico e
- dell'egorticello® privato/privatistico/microeconomico
sono anche solo intuite da parecchi pensatori, sia denoantri che accademici.