Non ti allarmare: sono solo banconote!
Un curioso studio della facoltà di Psicologia dell'Università in collaborazione con psicologi danesi. Hanno guardato il cervello umano attraverso la risonanza magnetica per scoprire come reagisce di fronte alla distruzione di denaro contante.
di OTTAVIA GIUSTETTI
Come un cacciavite serve per avvitare, così il denaro serve per rappresentare il valore di beni e servizi. Da questo punto di vista il denaro sembra comportarsi come uno strumento con una precisa funzione. Ma usare il denaro è davvero come usare uno strumento concreto, per esempio un cacciavite o un martello? Un gruppo di ricercatori dell’Università di Torino e dell’Università di Aarhus (Danimarca) ha cercato di rispondere a questa domanda a livello neurobiologico: il cervello tratta il denaro come uno strumento? E il Journal of Neuroscience, Psychology and Economics ne ha pubblicato i risultati. Il L'articolo è gia stato discusso sul Guardian e sarà oggetto di discussione su un blog ospitato dal Financial Times.
I ricercatori hanno utilizzando la risonanza magnetica funzionale – un’innovativa metodica di neuroimmagine – per "guardare dentro" al cervello di volontari intenti a guardare un attore distruggere banconote di diverso valore. Le banconote da 100 Corone danesi (circa 13 Euro) o 500 Corone (circa 67 Euro) venivano tagliate in pezzi o strappate. In grande quantità.
A questa violazione estrema di quella che è la funzione del denaro, il cervello dei partecipanti reagiva attivando lo stesso circuito di aree cerebrali che si attiva durante la manipolazione di strumenti concreti. E l’attivazione in queste aeree cerebrali risultava tanto maggiore, quanto maggiore era il valore della banconota distrutta. Quando alle "cavie" è stato anche chiesto che sensazione provavano loro hanno risposto che avvertivano un forte senso di disagio.
Il denaro è strumento puramente simbolico: a differenza di strumenti concreti come un cacciavite, una banconota non svolge la propria funzione in virtù delle proprie caratteristiche fisiche, ma solo grazie ad una pratica sociale. Dal punto di vista fisico, una banconota non è diversa da un pezzo di carta. "Se conta come banconota e non come semplice pezzo di carta" spiega Cristina Becchio, dell’Università di Torino, "è perché noi, collettivamente riconosciamo alla banconota la funzione di denaro. Questo studio mostra per la prima volta come nonostante questa differenza importante, il cervello tratti il denaro come uno strumento concreto".
"Questo suggerisce che la spiegazione del denaro in termini di strumento - aggiunge Andreas Roepstorff, Professore presso l’Università di Aarhus - sia più che una semplice metafora. La pratica sociale il contesto culturale determinano come il cervello rappresenta gli oggetti e i simboli".
"Il denaro è un oggetto relativamente recente ma carico di molti significati - spiega Cristina Becchio del dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino - molti studi si sono concentrati sull'attiudine del cervello a trattarlo come una droga. In questa ricerca invece abbiamo voluto rispondere alla domanda se il cervello equiparasse il denaro a un vero e proprio strumento e la risposta è senza dubbio sì. Come dimostra anche il fatto che si attivano molte più aree quanto più alto è il valore della banconota che viene distrutta".
Fonte: http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -14475399/